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Dieta chetogenica: Cosa mangiare?

La dieta chetogenica è un modello alimentare che negli ultimi anni ha subito una forte crescita in termini di popolarità. Si tratta di una dieta strutturata in modo tale da provocare uno stato di chetosi nell’organismo. Questo attraverso una riduzione dei carboidrati (generalmente <50gr/die). La sua fama nasce dal fatto che quando si è in chetosi, vengono prodotte sostanze chiamate corpi chetonici che sono caratterizzati da un forte potere saziante. Questo permetterebbe di sostenere meglio una dieta ipocalorica rispetto ad un protocollo mediterraneo.

Ma è davvero così? Scopriamolo in questo articolo.

Dieta chetogenica: Che cos’è

Come abbiamo detto poco fa, si tratta di una dieta che induce chetosi. Ma cosa significa questo?

Durante un digiuno prolungato o a causa di una forte restrizione di carboidrati, l’organismo mette in atto una serie di processi metabolici che portano alla formazione dei corpi chetonici.

Il nostro organismo, in assenza di energia, può tranquillamente utilizzare i grassi al posto dei carboidrati. Questo accade, però, non per tutte le cellule, ma solo per alcune. Ad esempio, il nostro cervello funziona a glucosio e questo significa che non può sfruttare la riserva di grassi a scopo energetico.

I problemi non finiscono qui, perché anche per quelle cellule che utilizzano i grassi a scopo energetico sorge un problemino.

*Piccolo cenno di biochimica*

Per utilizzare i grassi a scopo energetico, successivamente alla lipolisi, gli acidi grassi devono compiere la β-ossidazione e la molecola finale di questo processo è l’acetil-coenzima A. Quest’ultimo, per entrare nel ciclo di Krebs e continuare quindi a produrre energia, ha bisogno di condensarsi con l’ossalacetato. Ebbene quest’ultimo in mancanza di glucosio, scarseggia. Vi sarà quindi un accumulo di acetil-coenzima A, che darà vita alla chetogenesi con la formazione dei corpi chetonici (acetone, acetoacetato e β-idrossibutirrato).

Detto questo, i corpi chetonici sono utilizzati a scopo energetico, ma sono molto meno efficienti rispetto all’utilizzo di grassi o carboidrati e quindi ai processi tradizionali. Questo perché la chetogenesi è una via metabolica di emergenza che l’organismo mette in atto per riuscire a sopravvivere. Migliaia di anni fa, infatti, i periodi di assenza di cibo potevano compromettere la sopravvivenza dell’individuo. Pertanto l’organismo si è evoluto in modo tale da riuscire a compensare queste carenze.

Parliamo di chetosi nel momento in cui questi corpi chetonici si accumulano nel sangue. Proprio perché sono acidi, tendono a ridurre il ph sanguigno, pertanto l’organismo deve cercare di tamponare questa acidità attraverso l’eliminazione dei chetoni con le urine, il sudore e la respirazione (tipico odore di acetone). L’effetto tampone, è inoltre, sostenuto dalle sostanze alcaline presenti nell’organismo tra cui il calcio e successivamente vedremo quali potrebbero essere le problematiche in tal senso.

Dieta chetogenica: Funziona davvero per dimagrire?

Da un punto di vista clinico, la dieta chetogenica si è vista efficace per il trattamento dell’epilessia. Altri studi hanno indicato possibili effetti positivi in quei soggetti affetti da malattie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer), anche se in questo caso gli studi sono più inconcludenti.

Per quanto riguarda il dimagrimento, le diete chetogeniche funzionano, come qualsiasi altra dieta ipocalorica, con qualche considerazione in più da fare. Sicuramente, lo stato di chetosi può facilitare un dimagrimento più veloce, grazie anche all’inefficienza energetica di cui parlavamo prima. Fondamentalmente abbiamo una dissipazione di energia più elevata rispetto ad una classica dieta mediterranea. Questo per 2 motivi principali:

  • I corpi chetonici in eccesso verranno eliminati e non utilizzati a scopo energetico. Pertanto quegli acidi grassi utilizzati per produrre chetoni non hanno contribuito a fornire energia.
  • I corpi chetonici forniranno circa 7Kcal/g rispetto ai grassi che ne forniscono 9Kcal/gr.

Oltre a questo, i corpi chetonici hanno un forte potere saziante pertanto sembra più facile sostenere una dieta ipocalorica rispetto ad un modello tradizionale.

Nelle prime fasi di dieta chetogenica, inoltre, ci sarà un calo di peso generalmente più importante rispetto ad una dieta ipocalorica classica a causa di una perdita di acqua maggiore proprio per l’eliminazione dei corpi chetonici accumulati. Questo, da un punto di vista psicologico è un forte vantaggio, mentre dal punto di vista clinico è piuttosto irrilevante.

Possibili effetti collaterali

La dieta chetogenica può essere un buon protocollo alimentare se utilizzato per brevi periodi, ma non può diventare un modello alimentare sostenibile sul lungo periodo. Capiamo perché.

Partiamo dicendo che la dieta chetogenica NON è pericolosa. Non dobbiamo confondere lo stato di chetosi con lo stato di chetoacidosi.

La chetoacidosi è una condizione patologica dove l’accumulo di corpi chetonici diventa eccessivo a causa di disfunzioni metaboliche e porta ad una riduzione del ph sanguigno. Questa condizione è piuttosto grave e pone a rischio la vita del soggetto.

Per quanto ci possiamo impegnare, un soggetto sano, non può andare incontro ad uno stato di chetoacidosi con la sola dieta. La chetoacidosi è tipica, invece del diabete.

Inoltre, se ben strutturata non avremo neanche una perdita di massa muscolare.

Sul lungo periodo però, la dieta chetogenica può portare ad alcuni effetti collaterali:

  • Carico metabolico causato dall’eliminazione dei chetoni.
  • Possibile rischio di decalcificazione ossea: L’acidità dei corpi chetonici deve essere tamponata e questo può comportare che l’organismo sottragga il calcio dalle ossa per mantenere l’omeostasi.
  • Disidratazione: Causata dall’aumentata eliminazione dell’acqua per smaltire i corpi chetonici.
  • Alitosi: Causata dall’eliminazione dell’acetone tramite il respiro.
  • Esclusione di alcuni cibi salutari: Per indurre la chetosi è necessario eliminare alcuni cibi contenenti carboidrati come la frutta, che è fortemente consigliata per il suo ruolo protettivo. Inoltre andremo a ridurre le fibre che hanno moltissimi effetti protettivi tra cui la riduzione del rischio tumorale e cardiovascolare.

Dieta chetogenica: Cosa mangiare

La dieta chetogenica si concentra principalmente su alimenti a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi. Alcuni alimenti comuni che si mangiano durante una dieta chetogenica includono:

  • Carne
  • Pesce e frutti di mare
  • Uova
  • Verdure
  • Latticini e formaggi
  • Noci e semi
  • Oli e semi
  • Frutta secca

Questi sono solo alcuni esempi di alimenti che si possono consumare durante una dieta chetogenica. È importante ricordare di controllare sempre le etichette degli alimenti per assicurarsi che siano a basso contenuto di carboidrati.

Dieta chetogenica: Benefici e rischi

Cerchiamo, quindi di riassumere quali sono i benefici e quali invece i rischi. I BENEFICI sono rappresentati dal calo ponderale più repentino, dal maggior senso di sazietà e quindi miglior sostenibilità alla dieta e dal vantaggio psicologico associato alla perdita di peso iniziale. Per quanto riguarda i RISCHI, invece, la dieta chetogenica può apportare tutti quegli effetti collaterali che abbiamo citato prima.

In definitiva, possiamo affermare che non è sicuramente una dieta pericolosa ma, sul lungo periodo non è neanche il miglior modello alimentare da seguire.

Riflessione finale

Quando parliamo di dieta chetogenica, stiamo parlando di un modello alimentare che tiene alti i grassi e bassi i carboidrati. Questo non significa 0 carboidrati. La chetosi si può raggiungere anche con quote di carboidrati leggermente più alte (<50gr/die). Esistono persone che erroneamente credono di seguire delle diete chetogeniche, ma in realtà stanno assumendo troppi carboidrati, come persone che invece di aumentare i grassi, aumentano le proteine. Questo per dire, che la dieta chetogenica come qualsiasi altro modello alimentare può essere utilizzato, ma è necessario che venga elaborato da un dietista, nutrizionista o medico. Pertanto è importante farsi seguire da figure competenti ed evitare di intraprendere dei percorsi in autonomia.

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