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Cibi da evitare in allattamento

La dieta durante l’allattamento deve essere molto bilanciata e variegata e non si discosta dalle linee guida per una sana alimentazione che molti enti come il CREA ci mettono a disposizione. In questo articolo vi darò qualche consiglio su quali sono i cibi da evitare in allattamento, andando ad esplorare anche quelli che sono i fabbisogni della madre durante questa fase. Introduzione Cibi da evitare in allattamento L’alcol e il caffè possono essere consumati? Fabbisogni nutrizionali durante l’allattamento Quanti grassi assumere? Fabbisogno di proteine, carboidrati ed energia Quali micronutrienti sono importanti durante l’allattamento? Una dieta vegetariana influenza l’allattamento? Introduzione Molte donne, post-partum credono che l’alimentazione durante l’allattamento sia meno importante rispetto alla gravidanza; la realtà è però che, per evitare l’insorgenza di alcuni disturbi nel neonato, come il reflusso gastroesofageo, è assolutamente necessario che la nutrice curi la sua alimentazione esattamente come nel periodo della gravidanza. Ricordiamoci che la qualità della dieta e lo stile di vita della madre si ripercuotono in modo estremamente importante nella produzione di latte, e quindi anche sul bambino. Quali sono i cibi da evitare in allattamento? Ora, entriamo nel dettaglio e scopriamo quali sono i cibi da evitare in allattamento. Partiamo con il dire che esistono alimenti che possono provocare dei disturbi intestinali al neonato ed altri cibi, invece, che possono causare reazioni allergiche. Tra quelli che possono provocare disturbi di tipo intestinale troviamo: Insaccati Carni crude Uova crude Crostacei Molluschi Anche alcuni latticini o legumi, come i fagioli, possono provocare delle coliche al neonato e, di conseguenza, è importante limitarne il consumo. Ci sono inoltre una serie di alimenti come le spezie, acciughe, aglio, ketchup, asparagi, cipolle, cavoli, zenzero e peperoni che dovrebbero essere assunti con moderazione in quanto i neonati non gradiscono i sapori forti. Altri cibi da evitare in allattamento, sono tutti quelli che potrebbero provocare delle possibili reazioni allergiche e tra questi figurano gli agrumi, la frutta secca, i pomodori, i crostacei e i molluschi. L’alcol e il caffè possono essere consumati? Il consumo di alcol deve essere necessariamente limitato poiché il neonato non è in grado di metabolizzarlo per immaturità enzimatica, l’enzima cioè deputato alla degradazione dell’alcol non è del tutto sviluppato. Non esistendo, ad oggi, dei valori considerati sicuri, si preferisce limitarne il più possibile l’assunzione. Nel caso in cui si fosse bevuto alcol, è importante aspettare almeno 3-4 ore prima della poppata.Per quanto riguarda il caffè è invece consigliato non superare le 2 tazzine al giorno in quanto alcuni lattanti sono più sensibili e potrebbero sviluppare dei disturbi del sonno. Fabbisogni nutrizionali durante l’allattamento Durante l’allattamento è richiesto un aumentato fabbisogno di nutrienti e calorie. Una dieta cronicamente scarsa o la mancanza di adeguate riserve nutrizionali accumulate durante il periodo di gravidanza, possono influenzare negativamente la qualità e la quantità del latte. Quanti grassi assumere? Il fabbisogno lipidico (grassi) rimane pressoché invariato rispetto ai valori standard della gravidanza, pertanto parliamo di circa il 20-30% delle calorie totali come viene specificato anche dalle tabelle LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento dei Nutrienti). Un’attenzione molto importante deve essere data alla qualità dei lipidi. I grassi saturi devono essere <10% delle calorie totali (ricordiamoci che i grassi saturi sono principalmente contenuti in prodotti di origine animale come carni grasse, latticini, formaggi, salumi e insaccati). Devono, quindi, prevalere i grassi di origine vegetale e quelli derivanti dal pesce (Omega 3). La scelta del pesce deve essere fatta necessariamente tenendo in considerazione la possibilità di contaminazione. Proprio per questo è consigliato assumere pesce di taglia piccola per evitare le contaminazioni da metilmercurio e pesci magri per evitare la contaminazione con diossine.Se vuoi approfondire meglio questo argomento, ti rimando all’articolo su alimentazione e gravidanza. Fabbisogno di proteine, carboidrati ed energia Il fabbisogno proteico deve essere aumentato di 17-21 grammi nel primo semestre di allattamento e di 11-14 grammi nel secondo semestre (LARN). Questo per far fronte alle esigenze della lattazione. Sappiamo, inoltre, che in base al tipo di allattamento (naturale o artificiale), il fabbisogno proteico della nutrice può variare. Pertanto è di fondamentale importanza sentire il parere del proprio specialista. Per concludere i fabbisogni nutritivi, passiamo dunque ai carboidrati. Le necessità di una donna che allatta non si discostano molta dalle linee guida generali e pertanto è previsto un consumo di carboidrati che si aggira tra il 50-55% delle calorie totali, riducendo al 15%, gli zuccheri semplici. La produzione di latte richiede molta energia, che è proporzionale alla quantità di latte prodotto. Per questo motivo è necessario un supplemento calorico, evitando, così, di andare incontro ad una scarsa alimentazione che può influenzare negativamente la produzione del latte. Non dobbiamo dimenticarci, inoltre, di mantenere un bilancio idrico adeguato integrando circa 700 mL di acqua oltre i normali 2L al giorno. Quali micronutrienti sono importanti durante l’allattamento? I LARN consigliano un aumento dell’assunzione di alcune vitamine quali: Vitamina C, Vitamine del gruppo B, Vitamina D e Vitamina A. Per quanto riguarda i minerali, è importante assumere un intake adeguato di: Calcio: essenziale per il corretto sviluppo osseo: 1 gr/die Iodio: Per lo sviluppo della tiroide: 290 mg/die Zinco: Per un corretto sviluppo del neonato: 13 mg/die Il Calcio è possibile trovarlo nei derivati del latte e in minor parte negli ortaggi, mentre per lo Iodio è importante il consumo di almeno 2 porzioni di pesce a settimana e l’utilizzo di sale iodato. L’insieme di questi fattori permette, nella stragrande maggioranza della popolazione, di arrivare ad un quantitativo di Iodio adeguato. Ricordiamoci, però, di non superare i 5-6gr di sale al giorno, a causa del rischio legato alle malattie cardiovascolari. Lo Zinco, invece, può essere assunto attraverso latte e derivati, uova, carne e cereali. Una dieta vegetariana influenza l’allattamento? Se la dieta è ben bilanciata e variegata non c’è nessun tipo di controindicazione, ma le diete vegetariane o vegane sono più a rischio di carenze vitaminiche e di alcuni minerali. Ad esempio è facile andare incontro ad un deficit di Vit. B12, di Calcio, e di acidi grassi essenziali Omega 3. In tal caso, un’ottima soluzione, potrebbe essere l’integrazione di tali nutrienti attraverso dei supplementi che, generalmente,

Dieta in gravidanza: Quali cibi evitare?

La dieta in gravidanza gioca un ruolo fondamentale sia per il corretto sviluppo del feto, sia per assecondare le nuove necessità metaboliche della madre. È importante quindi evidenziare quelli che sono i nuovi fabbisogni nutritivi durante questi nove mesi e soprattutto quegli accorgimenti comportamentali da adottare per prevenire qualsiasi tipo di danno al corretto sviluppo fetale. Dieta in gravidanza: Introduzione Qual è il corretto aumento di peso in gravidanza? Cosa determina l’aumento ponderale Dieta in gravidanza: Fabbisogni nutritivi Minerali e Vitamine Dieta in gravidanza: Quali alimenti evitare? È possibile mangiare il pesce in gravidanza? Alcol, Caffè e Dolcificanti Regole comportamentali in gravidanza Conclusioni Dieta in gravidanza: Introduzione In gravidanza avvengono degli adattamenti anatomici, funzionali e metabolici che sono essenziali per assecondare l’evoluzione della gravidanza e l’adeguata crescita fetale. Nel primo trimestre, si avrà un’aumentata secrezione di insulina e una maggior sensibilità ad essa. Questo primo periodo di gravidanza viene definito “anabolico” poiché si avrà un aumento del tessuto adiposo secondario anche all’azione dell’insulina. Questo permette al corpo di prepararsi a soddisfare tutte le nuove richieste durante i nove mesi. Nel secondo e terzo trimestre, invece, inizia la fase definita come “catabolica“, dove aumenta la lipolisi (degradazione del tessuto adiposo in acidi grassi e glicerolo) e l’insulino resistenza e questo comporta un maggior accumulo di nutrienti in circolo che servono a garantire ulteriori risorse al feto. Qual è il corretto aumento di peso in gravidanza? L’aumento ponderale in gravidanza spaventa molto, ma quello che dobbiamo capire è che un aumento di peso è ovviamente fisiologico. Quello che dobbiamo evitare è un eccessivo aumento di peso, o al contrario uno scarso aumento ponderale. A questo punto la domanda sorge spontanea: Qual è il corretto aumento di peso durante il periodo di gestazione?La National Academy of Medicine (ex IoM) ha riportato delle linee guida che suddividono l’aumento ponderale in base al BMI pre-gravidico. BMI PRE-GRAVIDICO(Kg/m2) AUMENTO PONDERALETOTALE SOTTOPESO (<18,5) 12,5 – 18 Kg NORMOPESO (18,5 – 24,9) 11,5 – 16 Kg SOVRAPPESO (25 – 29,9) 7 – 11,5 Kg OBESITÀ (≥30) 5-9 Kg National Academy Of Medicine Come possiamo vedere da questa immagine, per donne che sono normopeso prima dell’inizio della gestazione, l’aumento che ci si aspetta a fine gravidanza varia dagli 11,5 fino ai 16 Kg. Se il BMI pregravidico è sopra o uguale a 30 (obesità), l’aumento di peso deve necessariamente essere contenuto e non superare i 9 Kg. Proprio per questo motivo, una corretta dieta in gravidanza è fondamentale per evitare che ci siano situazioni di eccessivo incremento di peso e viceversa. Cosa determina l’aumento ponderale? Nel primo trimestre il peso incrementa di circa 1,5 Kg ed è associato all’espansione del volume plasmatico e alla crescita dell’utero. Nel secondo trimestre avremo un aumento di circa 0,4 kg/settimana, per un totale di 5 Kg ed è causato dall’espansione del tessuto adiposo e del tessuto mammario. Per concludere, nel terzo trimestre il peso aumenta di circa 5kg ed è associato alla crescita del feto, all’incremento del volume del liquido amniotico e della placenta. Un eccessivo aumento di peso può provocare delle complicanze nella gravidanza, ma soprattutto un maggior rischio di obesità nell’età infantile del nascituro. Anche uno scarso aumento di peso può riservare delle problematiche come il rischio di parto pretermine, un basso peso alla nascita e una mortalità perinatale. Dieta in gravidanza: Fabbisogni nutritivi Le richieste energetiche in questi nove mesi sono aumentate, ma rispetto a quello che si pensa, l’affermazione “in gravidanza si deve mangiare per due” è errata e fuorviante.Nel primo trimestre, salvo situazioni di sottopeso, il fabbisogno energetico non è aumentato e, di fatto, non vi è nessun incremento in termini di calorie. Nel secondo trimestre, invece, i LARN consigliano un incremento di 350 Kcal/die per sostenere in modo adeguato le necessità del feto.Per quanto riguarda, invece, l’ultimo trimestre, a causa delle ulteriori modifiche feto-placentare, l’aumento calorico sale a 460 Kcal/die. Le proteine, invece, secondo i LARN aumentano di 0,5-1gr/die nel primo trimestre, di 7-8gr/die nel secondo trimestre e di 21-26 gr/die nel terzo trimestre. Le proteine sono essenziali per lo sviluppo dei tessuti materni e del feto. Il fabbisogno proteico dovrebbe derivare da alimenti ad alto valore biologico quale: latte e derivati, uova, carne e pesce. L’apporto proteico potrebbe essere scarso nelle diete vegetariane e vegane.Per quanto riguarda i carboidrati, i valori non si discostano da quelli stipulati dai LARN per la popolazione generale (45-60% delle calorie totali, preferibilmente integrali).I grassi devono rimanere tra il 20-35% delle calorie totali e devono essere rappresentati maggiormente da acidi grassi insaturi e ridurre al di sotto del 10% delle calorie totali quelli saturi. Importantissima l’assunzione di acidi grassi Omega 3 rappresentati maggiormente da EPA e DHA. Il DHA è fondamentale per il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto. Gli Omega 3 si possono trovare principalmente nei pesci grassi come il salmone, le aringhe, il tonno fresco e lo sgombro. Minerali e vitamine Parliamo ora del fabbisogno di micronutrienti. In gravidanza, la necessità di alcuni minerali e vitamine sale in rapporto sempre alle modifiche anatomico-metaboliche che caratterizzano questa fase: Ferro: Il fabbisogno in gravidanza sale a 27 mg/die ed è associato alle perdite giornaliere, alle richieste fetali e all’aumento del numero di globuli rossi della madre. Il ferro è di fondamentale importanza per evitare condizioni di anemia sideropenica. Calcio: Il fabbisogno sale a 1,2 gr/die ed è estremamente importante per evitare condizioni di osteomalacia nella madre e problemi del tessuto osseo nel feto. È fondamentale, quindi assumere latte e derivati per coprire i fabbisogni di calcio. Iodio: Lo iodio è un minerale essenziale al corretto sviluppo della tiroide, e di conseguenza, del sistema nervoso fetale. Il fabbisogno in gravidanza sale a 200 µg/die. Un deficit di Iodio che è tipico delle gestanti ipotiroidee può provocare ritardo mentale e alterazioni dello sviluppo. Acido Folico: L’acido folico è essenziale per prevenire il rischio di sviluppo di difetti del tubo neurale come la spina bifida e pertanto il fabbisogno in gravidanza sale a 0,6 mg/die. Vitamina D: Il fabbisogno di Vit.D consigliato in gravidanza è pari a 600 UI/die (15 µg/die). È essenziale per evitare

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